(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 97

 

 

PREDATORI E PREDE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Una singola pallottola può fare la differenza tra la vita e la morte. Un proiettile calibro 7,62 × 51 mm NATO rivestito di metallo e sparato da un fucile HK417 20" dotato di puntatore ottico che viaggia a più di mille metri al secondo può facilmente spezzare la vita di qualcuno che si trovi anche ad 800 metri di distanza.

            L’uomo di nome Akihiro, un giovanotto dell’apparente età di vent’anni dal cranio rasato a parte una cresta centrale in stile moicano, sente un improvviso dolore alla schiena. Mentre cade in avanti e la giacca bianca del suo smoking si colora del rosso del suo sangue, il suo ultimo pensiero prima di perdere i sensi è: non è possibile.

 

            Medio Oriente ed Asia Centrale sono solo definizioni di comodo per un territorio molto vasto, dove non sempre i governi che ne reclamano il possesso esercitano una sovranità che sia più che nominale. Nel caos che è seguito all’assassinio del Presidente del Raphastan,[1] un dittatore ancora più feroce e spietato si è installato al suo posto ed usando come pretesto la religione e come opportunità l’instabilità politica degli Stati vicini sta provando a costituire un piccolo impero nella regione.

La cosa avrebbe potuto lasciare indifferenti le potenze occidentali se l’espansione di questo presunto impero non avesse minacciato la stabilità di alcuni loro cruciali alleati e non avesse usato contro loro stesse l’arma del terrorismo. Alla fine si sono decise ad agire ma senza grandi risultati: gran parte del territorio conteso è stato riconquistato ma il grande capo è sempre riuscito a sfuggire ad ogni tentativo di cattura ed uccisione e vive in un inespugnabile bunker scavato nelle montagne dove ancor oggi solo pochi temerari osano avventurarsi.

Invece dell’uso di una superbomba da 10 tonnellate capace di annientare qualunque cosa nel raggio di 150 metri dal punto della sua detonazione dal costo di circa 15 milioni di dollari, la CIA ha optato per un approccio più soft: quello che nel gergo politico militare viene definito assassinio mirato. Invece di inviare propri agenti, però, ha assoldato una killer professionista, la migliore e la più costosa offerta dal mercato.[2]

Elektra Natchios sa di essere stata scelta perché sacrificabile e perché in ogni caso con lei la famigerata Agenzia potrà esercitare la cosiddetta negazione plausibile, non si fa illusioni al riguardo: non si aspettano che sopravviva alla missione ma lei li deluderà almeno in questo.

Solo un ninja provetto avrebbe potuto raggiungere il rifugio senza essere visto e, dopo una veloce esplorazione della zona, arrivare di soppiatto vicino al primo uomo di guardia ed ucciderlo senza che questi emettesse alcun suono. Senza badare a lui, Elektra passa oltre. Questo è solo l’inizio, pensa.

 

L’uomo serra istintivamente le labbra. Colui che ha davanti intimorisce perfino uno come lui. A volte dubita che si tratti davvero di un essere umano e non di un demone proveniente da qualche inferno.

-Domani si svolgerà l’ultimo atto della sfida per decidere chi tra gli aspiranti sarà la nuova Pantera Nera.- dice il misterioso individuo -Attendi che sia proclamato il vincitore, chiunque sia, e poi… uccidilo davanti a tutti.-

-Anche se fosse la ragazza?-

-Soprattutto se fosse la ragazza. Nessuno dei figli di T’Chaka deve rimanere in vita, nessuno!-

            La risata che segue gela il sangue anche allo scafato mercenario.

 

 

2.

 

 

            Il Dottor Keith Kincaid ne ha viste davvero tante nella sua carriera, specie da quando è diventato il medico dei Vendicatori, per questo non è particolarmente sorpreso delle condizioni del paziente sul tavolo operatorio.

-È sorprendente che quest’uomo sia ancora vivo con una ferita simile. Teorie?-

-Una specie di fattore di guarigione?- azzarda un interno.

-È possibile. Ciò che conta è che è sopravvissuto finora, vediamo di mantenerlo in vita.-

-Intende operarlo, quindi?-

-Se non lo operiamo, morirà sicuramente. Se lo operiamo, avrà una possibilità, anche se minima, di sopravvivere. Io direi che val la pena tentare, quindi diamoci da fare.-

            Detto questo, Kincaid affonda il bisturi nella schiena del paziente e comincia ad incidere.

 

            Il Tenente Sabrina Morrell, capo della Squadra Omicidi della Polizia di San Francisco si sente decisamente frustrata: da troppo tempo ormai la misteriosa donna pantera uccide impunemente nonostante praticamente tutte le forze dell’ordine le diano una caccia accanita e presto…

-Tornerà a uccidere.- dice la donna bionda in tailleur scuro in piedi accanto a lei.

-Cosa?- borbotta Sabrina sorpresa.

-Non stava pensando a questo?- ribatte l’altra poi sorride ed aggiunge -Non sono una telepate, è solo che la sua espressione era abbastanza eloquente e temo che la risposta sia una sola: sì, la nostra assassina ucciderà ancora ormai per lei è diventata una necessità, un impulso irresistibile.-

-Non mi dice nulla di nuovo, Agente Kiel.-

-Mi chiami pure Donna.- replica l’Agente Speciale del F.B.S.A. Donna Kiel -Detesto i formalismi quanto lei. Vorrei essere stata più d’aiuto ma il profilo che ho tracciato non ci ha portato più vicini alla nostra serial killer mutaforma di quanto lo foste prima. Sappiamo quasi tutto di lei ma non riusciamo a trovarla ed è stata anche aiutata dalla fortuna.-

-La sua fortuna finirà.- sentenzia Sabrina -Dobbiamo attirarla in trappola… ma ci serve un’esca.-

-Qualcuno che interpreti il ruolo della sua preda preferita, un uomo non più giovanissimo in cerca di compagnia. Hai già in mente un candidato?-

            Prima che Sabrina Morrell possa rispondere, un uomo entra nel suo ufficio e dice:

-Posso farlo io.-

 

            Il giovane canadese di colore di nome Kyle Jinadu ha atteso pazientemente in sala d’aspetto per avere notizie del ferito. Non conosce da molto Akihiro e non può certo dire di conoscerlo bene, anche se hanno, per così dire, condiviso un’intimità molto stretta, ma di una cosa è certo: non ha nessuno che si preoccupi di lui, nessuno da chiamare in casi di emergenza. Molto triste.

            Poco distanti da lui due detective, di cui uno della C.S.U.[3] dal cognome polacco quasi impronunciabile, sono i soli ad aspettare.

            Sembra che sia passata un’eternità quando finalmente il chirurgo si fa vivo.

-L’operazione è riuscita ed il paziente vivrà.- risponde all’inespressa domanda dei presenti -Abbiamo estratto il proiettile dalla schiena e da allora sta mostrando segni di ripresa sempre più rapidi.-

-Quando potrò vederlo?- chiede Kyle.

-Fra qualche ora, direi.- risponde Keith Kincaid -Lei è un parente?-

-Un… un amico. Non credo abbia parenti, non a New York almeno.-

            I due detective si avvicinano ed uno dice:

-Ha qualcosa per noi, Dottore?-

            Il medico porge loro il proiettile che si trova in una busta di plastica.

- È rivestito di un qualche metallo che non ho identificato.- dice.

-Ho una mezza idea di quale potrebbe essere.- afferma il detective della C.S.U. -Vedremo se le analisi lo confermeranno.-

            Mentre se ne vanno, i due poliziotti gli danno un ultimo sguardo e Kyle sa che si stanno facendo la sua stessa domanda: era davvero Akihiro il bersaglio del cecchino?

 

 

3.

 

 

            Clive Reston entra nel grande edificio bianco sulla riva sinistra del Tamigi che è la sede ufficiale del Secret Intelligence Service britannico noto anche come MI6 e, come spesso gli accade in queste circostanze, riflette sull’assurdità di un servizio segreto che ha una sede pubblica come quella, non era meglio ai tempi di suo padre, quando si nascondeva dietro l’anonima facciata di una ditta di import-export? Ma in fondo non sono cose che gli interessano almeno finché non mettono in pericolo la sua vita.

            Arriva nell’anticamera dell’ufficio del capo, dove l’efficiente bionda segretaria gli rivolge uno sguardo che vorrebbe essere severo. Lui non gli dà peso e la saluta allegramente:

-Buongiorno, Eve. Oggi sei stupenda più del solito.-

-E tu sei in ritardo, Clive… come al solito.-

            Reston fa uno dei suoi soliti sorrisi da faccia da schiaffi e replica:

-Lo so, Eve ma ieri notte non ho dormito molto, sai com’è.-

-Me l’immagino. Adesso muoviti, staranno diventando impazienti.-

            Reston entra nell’ufficio del Direttore del MI6 dove Lance Hunter, Presidente del J.I.S.[4] lo accoglie sbrigativamente:

-Ben arrivato, Reston. Conosce i presenti suppongo.-

            I presenti sono una donna sulla quarantina dai capelli neri e corti che indossa un abito da pomeriggio rosso lungo sino a poco sopra il ginocchio ed un uomo corpulento più vicino ai sessanta che ai cinquanta dai capelli e baffi neri, a parte le tempie imbiancate.

-Che mi venga un colpo!- esclama Clive vedendolo -Yorkie Mitchell! Ti credevo nel Sussex ad allevare le api come il mio prozio.-

-Pare che la Regina ed il Primo Ministro abbiano ancora bisogno di me.- replica l’uomo di nome Yorkie Mitchell con un sorriso sornione -Mi hanno fatto un’offerta troppo allettante per poterla rifiutare.-

-Il nostro amico Mitchell è il nuovo Capo del S.I.S. su mia raccomandazione accolta dal Primo Ministro- spiega Hunter - La Regina ha firmato il decreto di nomina ieri sera.-

-Ed io mi sono affrettato a confermare la nostra brava Olivia come capo effettivo della Sezione Q.- aggiunge Mitchell.

-Non si chiama Sezione Q ma…- comincia a dire Olivia Amanda Boothroyd ma Mitchell la interrompe:

-Per me rimarrà sempre la Sezione Q come ai bei tempi di tuo nonno ma lasciamo perdere queste sciocchezze e passiamo agli affari seri. Vedo che ti sei ripreso bene da quella brutta avventura in Giappone, Reston.-[5]

-Sono un tipo coriaceo.- ribatte Clive sogghignando.

-Tu e la tua bizzarra squadra avete letteralmente evitato una catastrofe. Peccato che quella Fah Lo Suee vi sia sfuggita.-

-Me ne assumo tutta la responsabilità: Non ho avuto il fegato di sparare ad una donna incinta.-

-Incinta? Questo non c’era nei rapporti ed ovviamente cambia la prospettiva. Ho fatto molte cose sporche ai miei tempi ma uccidere una donna in attesa e con lei il suo bambino… avrei fatto come te.-

-Mi chiedo da chi si sia fatta mettere incinta quella cagna.- commenta, sarcastica, Olivia Boothroyd -Da quel che ho letto di lei, non è nemmeno la prima volta che le capita non aveva fatto un figlio con Sir Denis Nayland Smith negli anni 30?-

-Lei dice che sono io il padre.- ammette Clive con voce cupa -E se non mentiva, non ci sarà bisogno di cercarla: sarà lei a trovare me.-

            Nessuno replica.

 

Entrare è stato facile, pensa Elektra, uscire probabilmente lo sarà molto meno ma affrontiamo un problema alla volta. Muoversi lungo i corridoi del rifugio scavato nella roccia senza essere notata è facile per una con i suoi talenti. A volte, quando incontra guardie armate si limita ad evitarle, altre volte le uccide silenziosamente.

            Trovare l’uomo che sta cercando non è troppo difficile. Ci sono due tipi di leader: quelli che amano vivere nel lusso e non si fanno mancare nulla anche in posti inospitali come questo e quelli che vivono in modo rigidamente spartano. Il bersaglio di Elektra appartiene a quest’ultima categoria. Quando la ninja entra nella sua stanza lo trova immerso in preghiera, non si accorgerebbe comunque della sua presenza.

            Elektra solleva la sua katana e si appresta a vibrare un colpo che spiccherà la testa dal collo dell’uomo. Morirà senza nemmeno accorgersene.

            La lama della katana inizia il suo arco mortale ma non lo completa: una lama ricurva la blocca: la lama di una scimitarra.

 

            Un castello medievale con tanto di fossato e ponte levatoio non è un ostacolo per una con le abilità di Cigno Nero. È venuta nel Lichtenbad per ucciderne il Duca Regnante e lo farà a qualunque costo, dopotutto è una killer a pagamento ed è stata assunta per questo. Da chi e perché non le importa, ciò che conta è che l’onorario concordato sia versato nel conto off shore da lei indicato. Un'assassina professionista non può permettersi il lusso di una coscienza.

La bionda ragazza, ora nel suo attillato e succinto costume nero, lancia una corda con attaccato un rampino che fa presa su uno degli spalti merlati. Con un balzo è oltre il fossato e comincia la scalata.

            In breve è sugli spalti. Si guarda attorno. Non c’è nessuno e ne è quasi delusa: ad una parte di lei non sarebbe dispiaciuto trovare delle guardie in armatura medievale magari armate di spade e mazze chiodate.

            Sorride. Questo non è un film di cappa e spada, pensa ma la dura realtà. Il padrone di casa avrà sicuramente affidato la sua sicurezza a mezzi più moderni e sofisticati. Da quel che ha letto su questa piccola nazione, il precedente Duca era una specie di emulo del Dottor Destino che governava il Lichtenbad con pugno di ferro con l’aiuto di robot ed altri mezzi tecnologici.[6] Elektra l’aveva conosciuto quando entrambi avevano frequentato la Columbia University, chissà che ne penserebbe di quest’incarico? Il successore del Duca Klaus I si è adattato alla democrazia ma non vuol dire che sia meno paranoico del predecessore, meglio stare attenta.

            Nina McCabe scende con cautela gli scalini di pietra. È quasi arrivata in  fondo quando sente una specie di ronzio alle sue spalle e poco dopo una specie di raggio laser colpisce il gradino davanti a lei mentre una voce femminile le intima:

-Arrêt où vous êtes, intruse!-

            Francese? Ecco una lingua che non si sarebbe aspettata di sentire in questo posto. Se non sbaglia,le ha detto di fermarsi.

Cigno Nero si volta di scatto per trovarsi di fronte una donna forse poco più vecchia di lei vestita con un costume violetto che le pare familiare, sul capo ha una specie di elmo che le copre la parte superiore del viso. Il Duca ha assunto una guardia del corpo davvero particolare a quanto sembra.

-Chi sei?- le chiede in Inglese.

-Je me appelle l’Epéiste. La Spadaccina.- è la risposta.

 

 

4.

 

 

            Seduta nell’auto di servizio non molto distante dal Mark Hopkins Hotel nel quartiere di Nob Hill a San Francisco, il Tenente Sabrina Morrell borbotta:

-Questa storia non mi piace per nulla.-

-Rilassati, Bree.- replica il suo partner seduto al posto di guida -L’edificio è circondato. Nulla può andare storto.-

-Quando mi chiami Bree invece di Tenente, è segno che sei agitato, Harry. Non me la dai a bere: anche a te non va giù che il vecchio si sia offerto volontario per fare da esca per la donna pantera.-

-E come pensavi di impedirglielo, Tenente? Io e te eravamo ancora all’accademia di Polizia e lui era già una leggenda del Dipartimento ed è stato anche uno dei Capi della Polizia più amati di questa città.-

-Ma ora non è più nemmeno un poliziotto, è solo il Presidente della Commissione di Polizia .-

<<Ma ho ancora la mia Sig Sauer P229 e ricordo benissimo come si usa, quindi, ragazza,smettila di preoccuparti per questo vecchio.>>

            La voce di Robert O’Hara risuona forte e chiara negli auricolari di entrambi.

-Mi scusi, Capo.- ribatte Sabrina imbarazzata -Non intendevo mancarle di rispetto, è solo che…-

<<Che non ti aspettavi di avere il microfono aperto, capita a volte.>>

Sabrina quasi s’immagina un sorrisetto sardonico sul volto del vecchio O’Hara. Fa un lungo respiro poi chiede:

-Ci sono novità?-

<<Non ancora. Magari non è la sera giusta o magari siamo nel posto sbagliato e lei è in cerca di preda altrove. In questo caso ce lo prenderemmo tutti in quel posto con rispetto parlando.>>

-Non potevamo sorvegliare tutti gli hotel ed i bar di San Francisco. Dovevamo rischiare, purtroppo.-

<<E forse ci è andata bene. È appena entrata una donna che potrebbe essere quella giusta.-

            Sabrina e Harry trattengono il respiro.

 

            Akihiro si sveglia e il primo volto che vede è quello di Kyle Jinadu che sfoggia un sorriso di evidente sollievo.

-Sei sveglio finalmente!- esclama il giovane canadese.-Come ti senti?-

-Mi fa un po’ male la schiena.- risponde l’eurasiatico -Dove sono?-

-In una stanza privata dell’Howard Stark Memorial Hospital. Eri in terapia intensiva fino a poco fa ma sei migliorato molto rapidamente.-

-Che accidenti è successo?-

-Non lo ricordi? Ti hanno sparato alla schiena. Hai rischiato di morire.-

-Questo è impossibile! Nessun comune proiettile avrebbe potuto…-

-E infatti non era un comune proiettile.-

            A parlare è stata una donna dai lunghi capelli neri di evidenti origini latinoamericane che veste una camicetta coi primi bottoni slacciati e un paio di Jeans. Alla cintura una fondina con una pistola e un distintivo dorato. Al suo fianco un uomo dai capelli rossi vestito casual.

-Sono l’Agente Speciale del F.B.S.A. Angela Del Toro.- si presenta la giovane donna poi indica il suo compagno -Lui è il Detective Quentin Chase della Polizia di New York. Stiamo indagando sul suo ferimento, Mr. Akihiro.-

-Addirittura due agenzie? Devo essere lusingato?- ribatte Akihiro in tono strafottente.

-Decida lei. Il Dipartimento di Polizia ha chiesto la nostra consulenza dopo che sono emerse alcune anomalie sul suo ferimento… e pure su di lei.-

-Anomalie?-

-La pallottola che l’ha colpita, Mr. Akihiro, era rivestita di carbonadio.- interviene il Detective Chase -Sa cos’è il carbonadio? È un metallo artificiale affine all’adamantio sintetizzato dai Russi durante la Guerra Fredda. Ha il difetto di essere tossico e pare che come effetto collaterale abbia quello di sopprimere il fattore di guarigione posseduto da certi superumani. Se a questo aggiungiamo che le sue radiografie hanno evidenziato che lei possiede due artigli metallici per mano simili a quelli di Wolverine, arriviamo rapidamente ad una conclusione e a due domande. La conclusione è: era lei il bersaglio del cecchino. Le due domande sono: chi può volerla morto e qual è il suo legame con l’X-Man canadese?-

            Akihiro rimane silenzioso per un po’, riflettendo poi dice:

-Alla prima domanda non saprei rispondere: sono più vecchio di quel che sembro e mi sono fatto un mucchio di nemici. Quanto alla seconda domanda, tanto vale ammetterlo visto che lo scoprireste comunque: Wolverine è mio padre.-

            C’ un attimo di silenzio rotto da Angela Del Toro:

-Lo avremmo scoperto dal DNA infatti, com’è accaduto con quella ragazzina di qualche settimana fa.-[7]

-Cosa?- esclama Akihiro.

-Allora c’è qualcosa capace di sorprenderla, Mr. Akihiro. Non sapeva di avere una sorella?-

-Potrei averne più di una per quanto ne so. Io e mio padre non andiamo esattamente molto d’accordo e non so quasi nulla della sua vita privata. Ora, se non vi spiace, vorrei riposare. Mi hanno sparato, ricordate?-

-Per ora ce ne andiamo ma torneremo.- ribatte Chase.

-Sarò felice di rivedervi entrambi.- replica Akihiro con un sorrisetto insolente.

            Appena i due tutori dell’ordine sono usciti dalla stanza Kyle Jinadu si rivolge al suo amico:

-Perché non gli hai detto della Yakuza?-

-I miei affari sono abituato a sbrigarmeli da solo senza chiedere l’aiuto della Legge. Presto Matsu’o Tsurayaba e Fuyumi Fujikawa riceveranno una mia visita e regoleremo tutti i conti a modo mio.-

            Nel dire queste parole, Akihiro estrae i suoi artigli dai polsi.

 

            Nel corridoio Angela Del Toro si rivolge a Quentin Chase:

-Che ne pensi del nostro amico?-

-Che non ce la racconta giusta.- replica l’altro -Io credo che sappia benissimo chi voleva farlo fuori e voglia sistemare la cosa a modo suo.-

-C’è di più. Mentre eravamo lì dentro e ci guardava ho faticato a resistere all’impulso di saltargli addosso. Voglio dire… è un bel ragazzo ma era qualcosa di più di una normale attrazione sessuale. I miei ormoni stavano impazzendo e sono certa che lui l’ha fatto apposta.-

-Credo che tu abbia ragione. Mi stava capitando la stessa cosa ed io sono decisamente etero.-

-Artigli, fattore di guarigione, manipolazione delle emozioni. Il nostro Mr. Akihiro è davvero una fonte di sorprese e se vuoi il mio parere, è molto pericoloso.

-Il tipo che cercherei di tenere lontano da mia figlia.-

-Ma che affascinerebbe un’adolescente come lei, lo sappiamo entrambi. C’è un’altra cosa da dire del nostro amico; sai che indirizzo di riferimento ha dato all’Immigrazione? Quello di Elektra Natchios.

-Una nota killer a pagamento?- interessante.-

-Una nota sospetta killer a pagamento, prego. Non esistono prove di questa sua attività, ufficialmente è solo un’ereditiera greca che possiede una palestra di arti marziali ed ha interessi nel balletto e nell’arte. Tuttavia…-

-Tu non credi alle coincidenze ed io nemmeno. Dovremo tener d’occhio Mr. Akihiro.-

-Ci puoi scommettere.-

 

 

5.

 

 

            L’uomo è vecchio, molto vecchio a dire il vero. Aveva 28 anni nel 1911, quando incontrò per la prima volta il suo acerrimo nemico: il diabolico Fu Manchu detto il Dottore del Diavolo. Sembra incredibile che sia passato più di un secolo, un tempo fatto di scontri in cui lui ed i suoi alleati sempre hanno sventato le complicate trame del suo astuto avversario. Ma per quanto ogni volta fosse sconfitto, gli era sempre sfuggito ed anche quando sembrava essere morto era sempre tornato grazie anche alle incredibili proprietà rigenerative del suo Elixir Vitae che gli aveva impedito di invecchiare, come può sperare che non accada di nuovo?

            Sir Denis Nayland Smith non si illude: sa bene che la sua ultima ora è vicina. Proprio lo stesso Elixir Vitae ne ha rallentato l’invecchiamento negli ultimi decenni ma il tempo che si è già portato via tutti i suoi alleati originari ora sta per prendersi anche lui.

            Se solo fosse certo che il suo vecchio nemico stavolta è davvero morto potrebbe andarsene in pace, altri continueranno il suo lavoro.

-Povero Smith, credevi davvero di potermi sconfiggere, io che ho sconfitto anche la morte?-

            È lui, Fu Manchu, ai piedi del suo letto, come può… è svanito come un sogno creato dal suo delirio. Il vecchio sospira e reclina la testa sul cuscino.

 

            In una suite di uno dei migliori hotel di New York una donna bionda dal fisico perfettamente scolpito da una vita sana e da regolari esercizi fisici guarda il panorama da un’ampia vetrata.

Esther Camilla Vandervoort, Presidente del Consiglio dei Direttori della Talon Corporation, seconda come potere ed influenza, solo al fondatore e C.E.O.[8] della società Alexander Julius Thran, ha lasciato l’assolata Los Angeles ed è venuta nella Grande Mela per giocare una partita molto complessa, ma se la vincerà otterrà la sola cosa per cui vale la pena combattere: ancora più potere.

Sorride, si infila la giacca de tailleur, prende la sua valigetta ed esce.

 

            La ragazza che entra nel Top of the Mark, il famoso bar panoramico del Mark Hopkins Hotel di San Francisco è decisamente molto bella. Non molto alta ma dal fisico slanciato da modella, ballerina o escort d’alto bordo come pensano in molti dei presenti. Come una pantera, pensa Robert O’Hara.

Il suo corpo dalla pelle olivastra è fasciato da un abito nero che le lascia le spalle nude ed ha ampi spacchi laterali, i lunghi capelli neri le ricadono lungo la schiena. O’Hara è praticamente certo che si tratti della donna che stanno cercando. Anche dopo tutti questi anni il suo istinto di poliziotto non sta facendo cilecca.

-È lei, ne sono certo.- sussurra al microfono.

<<Non… non faccia nulla di avventato, capo.>> la voce di Sabrina Morrell non nasconde la preoccupazione.

-Tipo farmi mangiare dopo averci fatto sesso? Tranquilla ragazza non voglio lasciare questa valle di lacrime ancora per un po’. Certo sul sesso potrei anche farci un pensierino.-

<<Capo!>>

-Non chiamarmi capo. Come hai sottolineato prima, non sono più il tuo capo da un pezzo. Ora scusami ma la ragazza sta venendo da proprio verso di me ed io devo fare la mia parte.-

            O’Hara segue con lo sguardo la ragazza mentre si avvicina al bancone poi ferma un cameriere.

-Offra un drink a quella ragazza a nome mio, qualunque cosa voglia, e le chieda se vuol venire al mio tavolo.- dice mentre una banconota cambia rapidamente di mano.

            Passano pochi minuti poi la ragazza si muove e si avvicina al tavolo di O’Hara.

-Grazie per il drink.- voce melodiosa con un piacevole accento sudamericano.

-È stato un piacere. Siediti pure.- replica lui.

            Lei si accomoda accavallando le gambe e sorride dicendo

-Io sono Nita e tu come ti chiami?-

-Bob. Sei sudamericana, Nita?-

-Vengo da un posto chiamato Tierra Verde, lo conosci?-

            O’Hara non risponde. Le sta guardando gli occhi. Le iridi non sono bianche ma dorate come quelle di un giaguaro.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            A dire il vero, non c’è molto da dire, quindi non perdiamo tempo.

1)    Il Ducato di Lichtenbad è una delle più antiche tra le nazioni fittizie della Marvel. Ha fatto la sua prima apparizione su Daredevil Vol. 1° #9 datato agosto 1965 ed è modellata come un tipico staterello germanico. Il suo Duca, Klaus Kruger, quando era ancora erede al trono aveva studiato alla Columbia University, il che vuol dire che ha conosciuto oltre a Matt Murdock, alias Devil, e Foggy Nelson anche Elektra e Larry Cranston ovvero il terzo Mister Fear, Kruger era il classico dittatore megalomane con la fissa del medioevo e come un cavaliere medievale amava vestirsi. Dopo la sua morte c’è un nuovo Duca, che tipo sia lo scopriremo presto.

2)    Il Detective Quentin Chase è un personaggio creato da Don McGregor & George Tuska su Luke Cage Power Man #28 datato dicembre 1975.

3)    Il carbonadio è un elemento sintetico apparso per la prima volta su X-Men Vol. 1° #4 datato gennaio 1992 ad opera di Jim Lee & John Byrne.

4)    Yorkie Mitchell è un personaggio creato da Garth Ennis & Steve Dillon su Punisher Vol. 4° #2 datato dicembre 2002 ed adattato per MIT dal sottoscritto.

Nel prossimo episodio: il destino della donna pantera, Daken a caccia dei suoi aspiranti assassini. In più: chi è il misterioso avversario di Elektra e chi è la Spadaccina? Tornate qui per scoprirlo.

 

 

Carlo



[1] Nell’episodio #52 di questa serie.

[2] Lo avete letto nell’ultimo episodio.

[3] Crime Scene Unit.

[4] Joint Intelligence Committee, l’organismo del Governo di Sua Maestà che supervisiona le attività dei servizi di intelligence e sicurezza.

[5]Negli episodi #88/93.

[6] Come visto su Daredevil Vol. 1° #9 (Prima edizione italiana Devil, Corno, #9).

[7]X-23 su Gli Incredibili X-Men #33 e X-Men #40.

[8] Chief Executive Officer.